IN ARRIVO LA SECONDA RIVOLUZIONE PER LA NOSTRA PROFESSIONE
Nella linea diretta in streaming di venerdì 24 gennaio, la Presidente FNC IPASVI, Annalisa Silvestro ha fatto chiarezza su un momento particolarmente delicato e importante per gli infermieri italiani.
«Questa è la seconda “rivoluzione” per la professione infermieristica, un passaggio altrettanto importante di quello del 1999 con la legge 42». La presidente Ipasvi, Annalisa Silvestro, che ha pronunciato questa frase a conclusione della più recente intervista in streaming sul portale Ipasvi dello scorso 24 gennaio, ci tiene molto a sottolineare l’importanza di quanto sta succedendo intorno all’articolato che definirà le competenze avanzate degli infermieri. Quanto sia “storico” il momento, d’altronde, lo testimonia anche il documento che la cosiddetta “intersindacale” medica ha posto alla base del protocollo d’intesa siglato con il ministero della Salute sull’argomento.
Su questo punto, sollecitata dal giornalista del Sole 24 Ore, Paolo del Bufalo, la presidente della Federazione ha tenuto preliminarmente a chiarire che si tratta di due documenti assolutamente distinti.
Il primo è l’articolato già in circolazione da qualche tempo, che dovrebbe andare alla Conferenza Stato-Regioni nelle prossime settimane. Il testo è sostanzialmente lo stesso che si conosce, nel quale si definisce la formazione specialistica nelle aree già previste dal profilo professionale infermieristico. Il secondo, invece, è una sorta di impegno rispetto alle problematicità che alcune rappresentanze sindacali («di altre famiglie professionali») avevano rilevato rispetto allo sviluppo delle competenze infermieristiche e nel quale, in buona sostanza, si afferma che andranno rispettate le rispettive competenze e le relazioni tra professioni. «Tutte cose – ha sostenuto la presidente Silvestro nell’intervista – che a noi non sono state sempre chiare… di più!» E cioè che il processo diagnostico-terapeutico è di competenza del medico, mentre quello assistenziale è di competenza dell’infermiere. Insomma, in quel protocollo «abbiamo sottolineato cose che – ha precisato la presidente – per noi erano già chiarissime». Anche se, ha aggiunto, pur trovandoci «in un percorso positivo, la guardia non va abbassata».
Evidentemente, ha suggerito Del Bufalo, il problema non sembra di tipo “tecnico” quanto piuttosto “politico”… E in effetti il documento dell’intersindacale sembra essere una sorta di avvertimento: le cose non si cambiano se non c’è il “nulla osta” di tutti. Ma se l’articolato, come sembra, andrà alla Conferenza Stato-Regioni per come è scritto e da lì ne uscirà con un assenso condiviso, allora, ha sottolineato Silvestro, vorrà dire che la parte politica, nazionale e regionale, avrà richiamato tutti al senso di responsabilità, a lavorare insieme per il Servizio sanitario e per i cittadini.
Anche perché il testo sulle competenze specialistiche ha valenze diverse e numerose. Per esempio, è un’importante occasione per una riorganizzazione del lavoro nelle strutture pubbliche laddove il dispiegamento delle potenzialità delle diverse professioni, a cominciare proprio da quella infermieristica, può consentire anche di recuperare efficienza nel servizio. Un “dettaglio” quest’ultimo, tutt’altro che trascurabile anche in funzione di un obiettivo molto “concreto”. «Pare che la situazione economico-finanziaria stia migliorando – ha spiegato la presidente Silvestro – e credo che non sia lontana la possibilità che si aumentino i concorsi e si superi il vincolo alle assunzioni».
Non solo. «Il nostro compito istituzionale è la valorizzazione professionale – ha aggiunto Silvestro – ma questo è un “grimaldello” importantissimo per le rappresentanze sindacali». Non ha caso, ha sottolineato in proposito Del Bufalo, altre categorie stanno definendo percorsi formativi e professionali che un domani potranno essere la “piattaforma” per rivendicazioni organizzative oltre che economiche. E sarebbe un gravissimo errore se proprio gli infermieri si limitassero a lamentare il blocco contrattuale, senza ridiscutere la parte organizzativa. «Certo, il nostro auspicio è che non si aspetti molto a mettere mano alla parete economica – ha detto Silvestro – ma in questo momento c’è una legge che lo impedisce. Per quanto ci riguarda, noi ci preoccupiamo di porre le basi professionali sulle quali auspichiamo che le rappresentanze sindacali riescano a fare ancora meglio il loro lavoro, ossia valorizzare economicamente tutto questo».
Ma tutto questo, cioè la definizione delle competenze specialistiche e la conseguente riorganizzazione del lavoro, non sarebbe meglio farla per legge? Secca la risposta della presidente Ipasvi:«Sarebbe il modo classico per insabbiare tutto». Agli infermieri, ha precisato, non serve un ordinamento giuridico perchè c’è già. E allora «andiamo volentieri in Conferenza Stato-Regioni perché vogliamo che quel che viene definito abbia valenza nazionale e si eviti che ogni Regione faccia le cose per conto suo».
L’invito, infine, a sostenere l’azione della Federazione in questo passaggio cruciale, in questa nuova “rivoluzione”: «Dobbiamo crederci, ci crede il mondo, dobbiamo essere orgogliosi di quello che siamo e avere fiducia che questa cosa sia possibile e fattibile. Stimolateci, dalla base, perché dobbiamo portarla a casa!».
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fonte: www.ipasvi.it