2009

SISMA ABRUZZO

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Un’idea chiara dell’intervento di CIVES in Abruzzo, durato dal 6 aprile fino al 20 ottobre 2009, la si può avere nella relazione finale che è stata realizzata da Rosaria Capotosto, il nostro Direttore Operativo Nazionale. I dati riportati di seguito sono tratti da tale relazione.

CIVES, chiamata già dalle prime ore dopo la forte scossa, è stata coinvolta in tutte le attività di supporto all’organizzazione del soccorso sanitario attraverso l’assistenza diretta e indiretta alla popolazione. Gli infermieri e soci operativi che si sono avvicendati il periodo di attivazione, hanno svolto i compiti più diversi come:

  • il supporto alle attività di coordinamento presso la Funzione 2 della Di.Coma.C. (Direzione di Comando e Controllo);

  • l’attività di educazione alimentare nella prevenzione di patologie gastrointestinali e nel controllo delle norme igienico-sanitarie su cucine da campo, catering, personale addetto alle cucine, al fianco dei Carabinieri dei NAS e di personale esperto dell’IZS di Teramo, visitando oltre 120 campi, per un totale della popolazione di 35.884 persone;

  • la costituzione di forze in campo in tutte le attività sanitarie (squadra a piedi, e su mezzi di soccorso per rianimazione cardiopolmonare, con squadre BLS-D – ALS) in tutte le cerimonie ufficiali di Stato (Esequie di Stato delle vittime, Messa della Santa Pasqua, Visita di SS. Benedetto XVI);

  • assistenza sanitaria diretta nei campi di accoglienza nei PMA prima e nelle tende infermieristiche poi, o a bordo di mezzi di soccorso.

Infine CIVES ha assunto fin da subito (mantenendola per tutta la durata della missione), la posizione di responsabile della Funzione 2 Sanità presso il COM 3 di Pizzoli, quest’ultimo coordinato dal Col. S. Di Fulio del comando Interforze dell’Esercito. È stato impiegato un numero costante medio di 10 unità giornaliere, con un picco in alcuni momenti della missionedi 18-20 unità.

CIVES ha potuto stimare l’intervento a L’Aquila con molti aspetti positivi, individuando però alcune criticità, prevalentemente di natura logistica. Problemi che hanno convinto l’associazione a produrre per il futuro un progetto che tenga conto di un adeguato e congruo supporto logistico che miri ad ottimizzare risorse umane, mezzi, tempi e qualità di intervento assistenziale.

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